Federico Dimarco

L’estremo difensore del Frosinone Stefano Turati è un grande tifoso nerazzurro ed è cresciuto osservando due mostri sacri del passato.

Radio Serie A ha intervistato Stefano Turati che racconta il suo grande legame con l’Inter. “Spesso quando si cresce in una città ci si innamora della squadra. A me è successo con l’Inter, sono nato e cresciuto a Milano e sono andato tante volte in curva a seguire i nerazzurri”. 

Sulla rete di Dimarco

Non so se volesse tirare so solo che fa rosicare tantissimo. L’ho rivisto almeno 180 volte, mi dico: mezzo metro in meno, mezzo metro in più. È stato molto bravo“.

La passione per il calcio

Sono talmente innamorato del pallone che non riesco a viverlo in maniera negativa. Penso, cavolo, gioco in uno stadio con 50mila persone a vederci. È fantastico. Le mie parate preferite? L’anno scorso non ho fatto un intervento, la squadra davanti a me era davvero forte. Ci sono state davvero tante gare in cui non ho dovuto fare una parata. Sono stato molto fortunato“.

tifosi Inter
tifosi Inter

Il rapporto con l’Inter

“Quello che non mi aspettavo era di giocare in Serie A, e soprattutto non credevo che la Curva Nord mi dedicasse un coro, è stato un momento da brividi. L’Inter rappresenta il mio passato, non posso cancellare il mio vissuto, anche se poi metto anima e corpo in qualsiasi cosa. Giocare nella propria squadra del cuore penso sia un sogno per chiunque”.

L’idolo

“Julio Cesar. Mi sono innamorato del ruolo del portiere quando a San Siro, da piccolo, guardavo lui. Poi c’è anche stato anche Samir Handanovic, sono cresciuto con loro due. La parata di Julio Cesar su Messi? È stata forse una delle cinque parate più iconiche di sempre, sia per importanza sia per estetica”. 

L’articolo Turati: “Sono innamorato dell’Inter e vado spesso in curva, non mi aspettavo il coro per me, rosico per il goal di Dimarco” proviene da Notizie Inter.

Riproduzione riservata © 2024 - CALCIOBLOG

ultimo aggiornamento: 20-11-2023


Arnautovic, Rangnick rassicura: «Presente anche lui»

Milan, Pobega: «San Siro pieno è una delle cose più belle che ci sono»